Secondo i dati l’Istat la famiglia tradizionale è in crisi: su mille matrimoni quasi la metà cola a picco finendo in divorzi e separazioni, mentre si registra il boom di coppie gay, convivenze e figli fuori dal matrimonio. Ecco una panoramica di come cambiano i rapporti in casa e i consigli per affrontarli al meglio.
Famiglia tradizionale: madre-padre-figli
La famiglia tradizionale sta scomparendo per vari motivi: la ridefinizione dei ruoli maschili e femminili, nuovi valori sociali e la crisi della Chiesa. Chi si sposa ormai per la maggior parte sceglie la via civile, il 32% con picchi del 43%. inoltre si è alzata l’età in cui ci si sposa per la prima volta, a 32 anni per l’uomo e a 30 anni per la donna). Solo le donne di alto rango tornano a recuperare i modelli tradizionali di famiglia, potendosi permettere aiuti in casa e con i figli e volendo possono anche smettere di lavorare. Mentre per le donne del ceto medio-basso avere anche un solo figlio è un lusso.
Mamme single (mamma e figli)
La carica delle mamme single per scelta è sempre più in aumento: secondo l’Istat le famiglie monoparentali in Italia sono l’11,3%. Donne divorziate o separate con uno o più compagni, ma tutte alle prese con la mancanza di tempo e i conti da far quadrare. Il consiglio è crearsi una fitta rete di nonni, zii, amici e non far mancare le figure maschili nella vita del bambino, visto che il più delle volte si tratta di mamme over 40 con delusione/repulsione verso gli uomini.
Il nido ricostruito
Le seconde nozze in dieci anni sono passate dal 6,5% al 13,8%, ma la legge non ha ancora stabilito con chiarezza il ruolo degli ex e dei nuovi compagni. Tutto ciò crea problemi nei rapporti famigliari e tensioni con i figli. Il convivente della madre o del padre, un tempo patrigno o matrigna, oggi devono avere un ruolo di educatore senza però sostituirsi al genitore biologico, che dovrebbe essere sempre presente. Sono invece da evitare le corse a conquistarsi l’affetto dei figli a suon di vizi e regali.
Convivenza
Secondo l’istituto Demetra, ben due terzi dei ragazzi attorno ai 25 anni convivono o quasi. Rispetto alle coppie di fatto, si tratta di convivenze brevi suddivise in:
► preludi al matrimonio che durano meno di un anno e sono finalizzati alle nozze
► unioni prova che durano dall’uno ai tre anni per capire se ci si può sposare o meno
► unioni effimere in cui la coppia si separa quasi subito
L’aumento delle convivenze sta nel timore di separarsi dopo un matrimonio e, non volendo rischiare il fallimento, si preferisce convivere.
Famiglie gay
Anche se i loro diritti in Italia non sono riconosciuti, le coppie gay sono in sensibile aumento. C’è più apertura di un tempo verso l’omosessualità, ma rimane l’aspetto critico dei diritti e dell’adozione dei figli. Sono però molti gli studi che sostengono che non esistono risvolti negativi per i figli nati e cresciuti all’interno di coppie omosessuali, se non le discriminazioni sociali ancora esistenti.
I bambini sono conformisti e non vogliono sentirsi diversi dai coetanei, quindi in questi casi il genitore deve essere in grado di spiegare bene la situazione e rassicurarli.