Il bambino simmetrico non capisce che alcuni adulti possono esercitare una certa autorità su di lui, perché è stato cresciuto come un “pari” dai propri genitori. Questo gli impedisce di sviluppare una propria identità e, anzi, imita gli atteggiamenti dei suoi genitori, assorbendo in questo modo i loro traumi e le loro paure.
Il fenomeno del bambino simmetrico -conosciuto anche con il nome di teoria del bambino specchio- si basa sui risultati clinici della Messing. Mette in risalto il fatto che i bambini sono sempre più difficili da tenere “a bada”, molto più problematici di un tempo e dispongono di meno risorse psicologiche per completare il proprio processo di individuazione. Inoltre, ripetono gli schemi disfunzionali dei genitori, stando a quanto sostiene l’autrice.
Ci sono solo due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali.
-Hodding Carter-
Secondo questa psicologa, il fenomeno del bambino simmetrico fonda le sue radici nei nuovi modelli educativi. In essi, non c’è un esercizio coerente dell’autorità né una nitida definizione dei ruoli materno, paterno e del figlio. Si è imposta una sorta di democrazia smisurata, che disegna le gerarchie familiari e in cui tutti finiscono con il percepire gli altri come pari, quando non lo sono.
La caratteristica principale del bambino simmetrico riguarda il suo carattere molto difficile da gestire. Crede di avere sempre ragione, di sapere perfettamente cosa vuole e detesta chiunque gli ponga dei limiti.
Dà poco credito agli adulti, dunque non ritiene che possano essergli d’aiuto. Non vede in loro qualcuno con più conoscenza o più esperienza, né altro. Per questo, li tratta semplicemente come suoi pari.
Inoltre, il bambino simmetrico presenta grandi difficoltà nel distaccarsi dai propri genitori una volta raggiunta l’età adulta. Non è troppo attaccato a loro, bensì non sa avviare un progetto di vita in autonomia. La sua capacità di adattamento è bassa e per questo preferisce rimanere nella propria “zona di comfort”.
La psicologa Claudia Messing segnala che il fenomeno del bambino-adulto abbraccia quattro dimensioni. La prima è l’imitazione massiva o copia dell’adulto; la seconda è la parità con l’adulto; la terza è l’illusione di completezza; la quarta è la mancanza di individuazione. Vediamo in cosa consiste ciascuna dimensione.
Da quanto appena detto, si deduce che il bambino finisce per credere di poter fare tutto, come un adulto. Cerca di adottare il ruolo del genitore, dando consigli e persino ordini in casa.
Questi bambini pretendono anche di assumere il ruolo del maestro, indicandogli cosa dovrebbe insegnare e come. Tuttavia, prima o poi si scontrano con la realtà dei fatti, ovvero che non hanno gli strumenti per agire in questa veste. Questo li spaventa e li confonde.
Secondo la dottoressa Messing, questa situazione può essere superata solo ricostruendo i ruoli familiari. Genitori e figli non sono uguali e i sono i primi che esercitano l’autorità.
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